Rimane di strettissima attualità la questione dell’uso del denaro contante e le ragioni principali sono due. Da una parte si registra una diversità di vedute tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Per il leader della Lega sarebbe opportunità abolire le soglie in vigore ovvero permettere il pagamento con banconote di qualunque tipo di acquisto. Il responsabile politico del Movimento 5 Stelle alza invece il piede dell’acceleratore e dice di no, invitando a mantenere il tetto in vigore o comunque e riformalo cautamente. Nel mezzo c’è lo studio dell’Osservatorio Mobile Payment & Commerce del Politecnico di Milano, secondo cui non solo l’utilizzo del contante costa all’Italia quasi 10 miliardi di euro all’anno. Ma provoca anche un’evasione fiscale pari a 24 miliardi di euro ogni anno.
Si tratta di un’analisi che va nella scia del recente rapporto della Banca d’Italia, secondo cui il contante è il mezzo di pagamento preferito per le transazioni riferite dell’economia informale e illegale poiché impedisce la tracciabilità e garantisce l’anonimato degli scambi, oltre che per quelle legate all’usura, al traffico illecito di rifiuti, alle armi e alle truffe.