Diciamolo pure: c’è qualcosa che non va nel meccanismo del bonus di 80 euro al mese, concesso ai lavoratori dipendenti e assimilati che rientrano in alcune precise di fasce di reddito. Ci sono 1,7 milioni di lavoratori italiani che lo hanno dovuto restituire ovvero circa uno su sette. Mettiamo da parte la questione dei consumi ovvero se questo surplus in busta paga abbia effettivamente spinto gli italiani – com’era nelle intenzioni dell’esecutivo – a spendere di più. Ad acquistare un nuovo smartphone o a concedersi una cena in più al ristorante. Il problema è un altro ovvero quell’alto numero di italiani che è adesso costretto a restituirlo con la dichiarazione dei redditi. Uno su sette, secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Economia.

Un’operazione senza dubbio antipatica perché viene letteralmente sottratto ciò che era stato concesso. Intendiamoci, a norma di legge è tutto regolare perché evidentemente il lavoratore coinvolto è uscito dai limiti massimo e minimo di reddito previsto per ottenere il bonus 80 euro oppure ha commesso errori nella dichiarazione dei redditi. Per evitare situazioni di questo tipo non sarebbe stato il caso di prevedere un differente meccanismo di erogazione?

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