L’euforia sui Bitcoin sembra lasciare spazio alle vendite da panico. La moneta digitale, che a metà dicembre prezzava circa 19mila dollari, ha accelerato al ribasso rompendo la soglia dei 9.000 dollari, attentamente monitorata dagli investitori. Su Coinbase, la criptovaluta ha perso il 12,5% a 8.985 dollari. Su questo exchange il 2018 era iniziato intorno ai 14.000 dollari. Il tonfo segue le parole del ministro delle finanze indiano Arun Jaitley, che ha alimentato preoccupazione per una stretta regolatoria nel suo Paese. Jaitley ha detto in un discorso che il governo non considera le criptovalute una moneta legale e che adotterà tutte le misure per eliminare l’uso di questa moneta legato a finanziamenti di attività illegali o come sistema di pagamento.

Blockchain: solo una tecnologia?

Il tutto mentre fanno ancora discutere le dichiarazioni del ministro dell’Economia sul male che possono fare le criptovalute. Pier Carlo Padoan ha scelto la platea tecnologica del Politecnico di Milano per affrontare il tema e lo ha fatto senza mezzi termini, sollecitato dal vicedirettore del Corriere della Sera Dario Di Vico che ha moderato la tavola rotonda relativa al progetto Open Italy sull’innovazione, organizzata dalla Fondazione Enel e dall’Aifi, Associazione italiana del private equity. È la prima volta che Padoan ne parla e lo ha fatto nel giorno in cui il Bitcoin si avviava a chiudere il mese peggiore degli ultimi tre anni, con un -30% da inizio anno, scendendo sotto i 10mila dollari a fronte dei 20mila toccati a metà dicembre.

La blockchain, ha affermato Padoan, è una tecnologia e un conto è la tecnologia, un conto è l’uso che se ne fa. La blockchain serve per le criptovalute e il problema – ha spiegato – non è la tecnologia, ma il comportamento. Padoan ha sottolineato che le Autorità di vigilanza sono sempre più attive e le banche centrali stanno valutando se mettere in campo le criptovalute, ma se poi il fenomeno esplode possono fare male. Nella stesso convegno ha parlato di blockchain l’amministratore delegato di Poste Italiane Matteo Del Fante, che ha annunciato come il Gruppo abbia fatto investimenti nel settore, che possono «aiutare per rimanere leader nel settore dei pagamenti».

Sui rischi delle criptovalute è recente la posizione di Facebook, che ne ha vietato le pubblicità, in quanto Bitcoin e simili rientrano tra i «prodotti e servizi finanziari che sono associati frequentemente con pratiche promozionali ingannevoli». Al vertice di Davos è intervenuto il finanziere Georg Soros, distinguendo il Bitcoin, oggetto di «una tipica bolla basata sulla mancata comprensione del fenomeno» dalla sottostante blockchain, «tecnologia che può essere usata positivamente». Posizione con cui è in linea Padoan, al quale non è sfuggito il caso della Svizzera che studia da vicino il fenomeno ed è pronta a diventare criptonation, in compagnia di Venezuela e Russia mentre ilFondo montetario internazionale ha da tempo iniziato il monitoraggio.

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