Il bello è che alla luce della scoperta della falla nella sicurezza dei microprocessori prodotti da Intel, Amd e Arm, si sta adesso discutendo sulle conseguenze in ambito Bitcoin. E la fotografia scattata non è delle più incoraggianti perché le prime soluzioni prospettate per la risoluzione della doppia vulnerabilità prevedono un depotenziamento dei processori. Potrebbe essere necessario ridurre la potenza di calcolo delle Cpu e per il settore del Bitcoin sarebbe un gran problema. Chi fa mining della criptovaluta ha bisogno di molta potenza. Il tutto mentre si rafforza il fronte anti Bitcoin e le quotazioni della valuta virtuale rallentano il passo stazionando sotto la soglia dei 15.000 dollari.
Bitcoin: cosa sta succedendo
Dopo la serie di scossoni, tra brusche impennate verso quota 20.000 dollari e altrettanto repentini crolli, il rischio bolla e i sospetti di strumento di riciclaggio hanno spinto Banche centrali, istituti e Authority finanziarie di tutto il mondo a prendere provvedimenti, inclusa la fatwa contro i Bitcoin lanciata due giorni fa dal Gran Muftì egiziano. Adesso è toccato a Merrill Lynch mettere al bando la criptovaluta, mentre da Cina e Israele arriva un giro di vite.
La banca statunitense ha infatti fatto circolare un dettagliata nota informativa in cui chiede ai propri dipendenti e consulenti finanziari di non proporre o accettare le richieste dei clienti riguardo a investimenti nel fondo Grayscale Investment Trust, direttamente legato al business in criptovaluta. La Cina ha deciso di congelare una serie di conti in Bitcoin sul mercato Otc tra cui quelli nelle città meridionali di Shenzhen e Guangzhou valutati oltre 46 milioni di dollari, mentre nella provincia settentrionale dell’Hebei erano più di 30 i conti congelati. Lo scorso settembre le Autorità finanziarie cinesi avevano vietato tutte le piattaforme di trading sui Bitcoin nel Paese, ma intanto le transazioni over the counter erano rimaste ancora molto attive.
Anche il governo di Israele vara le sue contromosse per bloccare il mercato dei Bitcoin: l’autorità di regolamentazione del mercato ha proposto un emendamento alla normativa sul trading che vieterebbe la quotazione in Borsa di società che investono principalmente in criptovalute mentre per quelle già quotate ci sarebbe il delisting. La proposta di emendamento è arrivata dopo un forte rialzo del titolo di Blockchain Mining, una società che ha dichiarato di voler spostare la propria attenzione dal settore minerario per l’oro e il ferro alle monete virtuali.