Memorizzate questi nomi perché li vedrete sempre più di frequente nelle abitazioni di amici e parenti. Alexa, Siri, Cortana, Bixby e Google Home sono infatti i primi assistenti vocali domestici sviluppati per facilitare la vita di tutti i giorni. E c’è da scommettere che da qui ai prossimi mesi saranno ulteriormente perfezionati e altri modelli faranno la propria comparsa.

L’utilità è presto detta: rispondono agli ordini ed eseguono piccoli e grandi compiti. Qualche esempio? Si va dalla semplice risposta alla domanda sulle previsioni del tempo fino all’esecuzione del comando per l’accensione della luce ovvero alla gestione di alcune funzioni della casa, come il riscaldamento o lo spegnimento del televisore.

Basta ordinare con voce chiare e cristallina e gli assistenti rispondono senza contestare. Non solo, ma l’intelligenza artificiale evoluta di cui sono equipaggiati permette di imparare dagli errori, perfezionare la risposta alle tante domande e diventare dispositivi sempre più funzionali e su misura dei rispettivi proprietari. E siamo solo alle battute iniziali perché gli assistenti vocali sono sempre più parte integrante delle automobili.

Sempre più marchi premium li hanno implementati a bordo dei modelli più evoluti affinché il conducente possa gestire le principali funzioni senza staccare le mani dal volante. L’attivazione del riscaldamento, l’accensione della radio, l’individuazione di un ristorante sulla strada sono tutte azioni che possono essere gestite con la voce.

Utili, comodi e ironici: sempre più assistenti vocali

Sono le ricerche a dimostrare che due utilizzatori su tre degli assistenti vocali si dichiarano soddisfatti del funzionamento. E anzi, la metà di loro li ritiene perfino più comodi delle app sugli smartphone e dei classici siti web. In molti li ritengono strategici per gli anziani ovvero per quella parte di popolazione non sempre a proprio agio con le nuove tecnologie. E tra l’altro sono anche ironici. Provate a chiedere a Siri, Alexa, Google di raccontarvi una barzelletta e scoprite la risposta, mai banale e sempre originale.

I robot che guardano l’uomo e replicano i comportamenti

Tutto vero: i robot osservano i comportamenti e i gesti dell’uomo, li memorizzano e sono in grado di replicarli. A svilupparli sono stati i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology guidati da Ankit Shah. Possiamo definirli i robot del futuro perché riescono in piena autonomia ad addestrarsi e le potenzialità sono infinite. Da quella più semplice di apparecchiare la tavola fino ad arrivare a compiti più complessi.

Come spiegato dagli esperti del Mit, si tratta di un sistema che permette ai robot di soppesare allo stesso tempo molti aspetti ambigui, e potenzialmente contraddittori, per raggiungere un obiettivo finale, scegliendo di volta in volta l’azione più probabile da intraprendere.

Se queste sono le basi, aggiungono, addestrare robot interattivi a svolgere faccende domestiche, o un compito in un ambiente di lavoro, potrebbe essere in futuro semplice per chiunque, anche per chi non ha esperienza di programmazione. E si tratta solo di una tappa intermedia perché il prossimo step dichiarato sarà il cambiamento del sistema per aiutare eventualmente i robot a modificare le loro azioni in base a precise istruzioni verbali.

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