Tutto era nato dalla decisione degli operatori telefonici fissi e mobile di fatturare i servizi con cadenza di 28 giorni e non mensile con il risultato di imporre ai clienti tredici fatture all’anno. Il parlamento ha imposto la retromarcia, i gestori si sono adeguati (formalmente lo faranno ad aprile), ma senza rivedere i prezzi: riducono il numero delle bollette annuali ma non i costi. La vicenda ha portato l’Autorità garante della concorrenza e del mercato a ipotizzare che tra le Telco coinvolte in Italia possa esserci stata un’intesa restrittiva della concorrenza. Ipotesi che nasce dalla decisione delle compagnie di mantenere in vigore l’aumento. E se fosse dimostrata verrebbe comminata una sanzione che può arrivare fino al 10% del fatturato.

Agcm

L’offensiva nei confronti degli operatori telefonici sulla vicenda delle bollette a 28 giorni coinvolge anche l’Antitrust. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha aperto un’istruttoria per vederci chiaro sugli aumenti tariffari che gli operatori hanno fatto scattare in contemporanea per compensare la tariffazione mensile imposta per legge e così rientrare della tredicesima fattura dell’anno che non può più essere inviata. L’accelerazione presa dall’Antitrust, che ipotizza un coordinamento tra gli operatori vietato dalla legge, è solo l’ultimo tassello di una vicenda che va avanti da tempo, con l’interessamento di Agcom, Tar, governo e parlamento.

Agcom

A intervenire è stata per prima l’Agcom, imponendo la fatturazione su base mensile per la telefonia fissa e in seguito con vere e proprie multe. Parallelamente si è mossa anche la politica, introducendo la nuova norma secondo cui la fatturazione diventa mensile per telefoni e pay-tv. Tuttavia, anche adeguandosi alla fatturazione mensile, gli operatori non hanno diminuito i prezzi. E anzi, hanno mantenuto lo stesso livello per compensare il buco dovuto alla fatturazione mensile e mantenere inalterato l’introito su base annua. Da qui sono partiti gli esposti delle associazioni dei consumatori all’Antitrust. L’Autorità osserva che se tutti aumentano insieme, la possibilità di cambiare operatore e risparmiare perde di efficacia.

Tar

Contro la delibera, gli operatori hanno presentato un ricorso, respinto dal Tar del Lazio, che ha però sospeso i rimborsi. Per i giudici amministrazioni è corretta la fatturazione mensile delle bollette telefoniche e non quella a 28 giorni. Allo stesso tempo, hanno accolto i ricorsi presentati dagli operatori bloccando la strada del rimborso perché metterebbe a rischio la loro stabilità economica.

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