Eni si trova in una situazione di vantaggio competitivo grazie alla messa in funzione del nuovo supercalcolatore Hpc4, presentato come il più potente al mondo a livello industriale, nel Centro di Ferrera Erbognone, in provincia di Pavia. Eni – è stato spiegato nel corso dell’iniziativa “Imagine Energy. Storie di dati, persone e nuovi orizzonti” – ha intrapreso la via della trasformazione digitale da diversi decenni, molto prima che nell’industria si cominciasse a parlarne. Il vantaggio competitivo e le ha consentito risultati come la scoperta di Zohr in Egitto, la più grande nel Mar Mediterraneo. Con Hpc4 Eni può disporre di una capacità di calcolo pari a 22,4 petaflop, che corrispondono a 22,4 milioni di miliardi di operazioni matematiche al secondo.
Calcoli che il gruppo utilizza per le esplorazioni geologiche di nuovi giacimenti nel comparto del petrolio e del gas. Al Green Data Center di Ferrera Eni fa anche risparmio energetico, grazie a sistemi di convezione dell’aria esterna per il raffreddamento delle macchine, che consente di ridurre l’uso di energia (misurata in Pue) dalla media mondiale di 1,8 all’1,175 con un risparmio di anidride carbonica nel triennio 2014-2017 di 18mila tonnellate e di oltre 50mila MWh di elettricità. Nella classifica Top 500 pubblicata in novembre, il sistema dell’Eni si colloca fra i primi dieci del pianeta ed è il primo fra quelli non governativi e non istituzionali.
Come ricordato dall’amministratore delegato Claudio Descalzi, Eni ha iniziato a lavorare sui big data e sui grandi calcolatori negli anni 70 e lo abbiamo fatto per una loro necessità. Altri tempi. A suo dire queste tecnologie consentono di accelerare e rendere più efficiente e accurato l’intero processo upstream, riducendo i rischi nella fase esplorativa e guadagnando un notevole vantaggio tecnologico, ma anche di aumentare il livello di affidabilità, integrità tecnica e continuità operativa di tutti gli impianti.
C’è anche il supercomputer europeo
Poi ci sono i supercomputer in grado di effettuare un miliardo di miliardi di operazioni al secondo. Si parla di exaflop e, come spiega l’Unione europea, si tratta di macchinari strategici per competere sui terreni della mobilità, della medicina o del clima. Non solo, ma anche di energie rinnovabili, sicurezza delle automobili e sicurezza informatica. Per il vicepresidente della Commissione europea Andrus Ansip occorre dotare entro il 2020 i ricercatori e gli imprenditori di capacità di livello mondiale in questo settore con l’obiettivo di sviluppare tecnologie come l’intelligenza artificiale e creare le applicazioni quotidiane del futuro. Proprio queste sono infatti le basi dell’iniziativa EuroHpc (High performance computing).