In realtà è da tempo che tratteggia questo quadro sulla situazione italiana e non è affatto adesso, a poco più di una settimana dalle elezioni, che l’ex ministro Enrico Giovannini, portavoce dell’Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile e già presidente dell’Istat, manifesta sfiducia nei confronti dell’Italia odierna. E lo fa con cifre alla mano. A dispetto degli scenari luminosi disegnati dal Tesoro che prospetta aumenti del reddito pro capite di 1.000 euro in tre anni, considera l’Italia non è sostenibile né dal punto di vista economico e né sociale ed ambientale. I partiti si trovano allora davanti a un bivio: dopo le elezioni potranno decidere se cambiare marcia, abbandonando l’Italia al suo declino, o iniziare la risalita. Giovannini non ci sta a passare come un disfattista e tira in ballo i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu. Il rischio è proprio quello di comprometterli.

Per il portavoce dell’Asvis, nonostante i passi avanti compiuti in alcuni campi, l’Italia resta in una condizione di non sostenibilità economica, sociale e ambientale. E soprattutto, “se i partiti non metteranno lo sviluppo sostenibile al centro della legislatura, le condizioni dell’Italia saranno destinate a peggiorare anche in confronto ad altri Paesi”. Più esattamente, l’Italia risulta in ritardo nei settori acqua e strutture igienico-sanitarie, condizione economica e occupazionale, disuguaglianze, condizioni delle città ed ecosistema terrestre, povertà mentre è in linea su cooperazione internazionale, educazione, innovazione, lotta al cambiamento climatico, modelli sostenibili di produzione e di consumo, salute, uguaglianza di genere.

La Strategia per lo sviluppo sostenibile

Cosa fare? Secondo gli obiettivi nazionali della Strategia per lo sviluppo sostenibile, azzerare la povertà e ridurre l’esclusione sociale eliminando i divari territoriali; garantire le condizioni per lo sviluppo potenziale umano; promuovere la salute e il benessere; arrestare la perdita di biodiversità; garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali; creare comunità e territori resilienti, custodire i paesaggi; finanziare e promuovere ricerca e innovazione; garantire piena occupazione e formazione di qualità; affermare modelli sostenibili di produzione e consumo; decarbonizzare l’economia; promuovere una società non violenta e inclusiva; eliminare ogni forma di discriminazione; assicurare la legalità e la giustizia.

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